giovedì 20 marzo 2008

Diario di un curatore di campagna - 4

Quarto giorno
La giornata è partita tranquilla e piena d’ottimismo. Gli uccellini cantano nel cielo blu, il sole splende sfavillante sussurrando alle campagne tenere promesse di una favolosa primavera. Sulla superstrada non ci sono autovelox, ho imparato i luoghi dove posteggiare, nessuno mi ha chiamato per rimproverarmi il ritardo di 10 minuti.

In macchina telefono alla Telecom:
(voce automatica) -digiti il numero della sua linea seguito dal tasto cancelletto
-Sì pronto, ho sempre un problema con la linea. Mi ha chiesto il tecnico di ricontrollare presso di voi se avete cambiato configurazione di ip, dsn, dns o come cavolo si chiama. Lei che dice?
-Dico che è ora di mandare a casa Prodi
-Scusi, con chi parlo?
-Eh, con chi parli, con chi parli… cosa facciamo per mandare a casa sti criminali?>
-Ma parlo con la Telecom?
-Eh, vediamo di risolverlo sto problema
-Scusi, parlo con la Telecom
-Sì, la sede di Mestre
-Ah…. Voti a destra suppongo…
-Sì, semo tuti de destra chi
-Bene, allora fatemi il favore di risolvere sta faccenda se no col cazzo che facciamo campagna elettorale. Ci state boicottando. Dopo vi cuccate Veltroni.
-Non te preocupare, risolvemo, risolvemo
A mezzogiorno non si era risolto nulla. Telefono ad un altro tecnico.
-Guardi… devo mandare gli inviti di un convegno, un articolo di giornale, un comunicato… la prego, sono disperato.
-Passo tra un quarto d’ora. Va bene?
-Tra un quarto d’ora, all’una, all’una e mezza. Quando vuole lei. Solo che me la deve risolvere sto problema… sono tre giorni. Siamo in campagna elettorale. La telecom dice che è colpa del router, i tecnici che è colpa della telecom. Il router ha imparato a parlare e piange con me.
-Ok. Ma è colpa della telecom. Sono in sette che hanno lo stesso problema.
-Guardi, venga. Io non ne voglio più sapere niente. L’aspetto.
Ore 16: internet funziona. Il tecnico non vuole essere pagato:

La morale? Non importa per chi votano: la colpa non è del router, né dei loro tecnici, né dei vostri, né dei centralinisti. La colpa non è neppure vostra, né di vostra madre (nonostante quello che provino subdolamente a mettervi in testa). La colpa è sempre della Telecom, di chi prende le decisioni, del poco celato disprezzo per quel rompipalle del cliente. Non mi importa davvero per chi voti sta gente. Spero che in caso di urgenza cerchino di comunicare coi loro telefoni.

5 commenti:

Guidoxx ha detto...

Non so se ti ricordi ma questa era un'idea tua in una notte di quante mese fa... Idea che ho anche un pò rielaborato, ma resta comunque tua e te la lascio, solo la ediffondo al grande pubblico.

Vi è uno strano parallelismo tra Telecom Italia e la città di Roma nell'inesistenza di correlazione di causa-effetto nei disagi che si verificano.

Non c'è mai un responsabile, tutto succede per (dis)grazia divina. Giove Tonante o chi per lui è sempre dietro i danni, mai esseri umani imputabili di qualcosa. "Ma io non saccio niente, sono del call center". "Ma io non saccio niente, sono solo un tecnico". "Ma io non saccio niente, sono solo un impiegato"... E così fino in su alla scala gerarchica.

Purtroppo però da quello in cima non ci si arriva mai manco lontanamente a fargli le domande. Ma se potesse rispondere direbbe probabilmente "Ma io non saccio niente, sono solo il sindaco", come tutti gli altri sotto.

In un paese senza colpe, non ci sono nemmeno responsabilità da onorare e doveri da adempiere.

Anonimo ha detto...

Questa visione Aristotelica del sillogismo, del rapporto causa effetto e del pensiero razionale è ampiamente superata...siamo obsoleti...bisogna aggiornare il nostro software mentale ed accogliere le nuove idee del progresso...
Insomma, è ovvio che se si nomina un responsabile di qualcosa la scelta dovrà ricadere su qualcuno che: sia ricattabile, offra un curriculum di irresponsabilità o almeno dimostri una discreta incapacità nel campo di modo da poter essere guidato da altri.
Il disprezzo del cliente esiste poi perchè certe istituzioni se lo possono permettere...
Al massimo il ricco si indigna per lesa maestà e ti fa causa, ma spesso il povero lascia perdere perchè ormai si è già rassegnato a che le cose vadano così.
La gente(sono tanti)sugge poi il nettare televisivo assumendo esempi i quali attestano che i comportamenti defatigatori nei confronti di qualsivoglia responsabilità oggi pagano.
E' il nuovo corso, è finita l'era in cui ci si poteva soffermare sui perchè e dicutere nel merito...
E' tanto poter valutare i come, i dove e i quando.

Triste ma non rassegnato,

Psiconano

Marcello Spirandelli ha detto...

....Guido non posso che darti ragione se mi ripeti le mie idee :) Qual è il termine per dire che diventerebbe un circolo vizioso? Pleonastico?
Purtroppo è vero... servirebbero delle responsabilità chiare. Io vedo che c'è un sacco di gente che scarica il barile. E quello che alla fine si becca le rogne chi è? Sorpresa sorpresa... alla fine è proprio l'unico pirla che lavora. Se decido di sobbarcarmi il tuo problema se non riesco a venirne a capo sono io l'incompetente. Non tutti quelli che non facendo il loro dovere l'hanno creato e hanno creato l'impossibilità della risoluzione. Un consiglio a chi si da da fare: non fate i cretini! Non lo fate! Mai prendersi a cuore qualcuno quando chi dovrebbe e potrebbe risolvere il problema di un disgraziato non lo fa. non riuscirete a far nulla e vi prenderete le colpe!
Anonimo... l'italia sta affognado nel luogo comune. Non lo sto dicendo per darti torto, bada bene. Il fatto è che sembra scontato che la colpa è di qualcun altro. Facile identificare i colpevoli: gli autonomi che non pagano le tasse, i dipendenti pubblici che non lavorano, gli industriali che tengono basse le paghe, i lavoratori a scarsa produttività, i precari perchè non entrano nell'ottica della flessibilità. Abbiamo fatto il giro. ognuno scelga il suo capro espiatorio: tutti sono colpevoli, nessuno è colpevole. La realtà è che i colpevoli sono dappertutto e nessuno permetterà mai che si identifichino delle modalità per accollare le colpe a chi se le merita.

Anonimo ha detto...

Non per farne una questione, tuttavia credo si debba distinguere i gradi di colpa.
Da una parte esiste una colpa dovuta alla mentalità che fa danni diversi sul piano della massa e non può essere identificata, se non in casi particolari, perchè disomogenea e non generalizzata.
Poi c'è una colpa d'esercizio che è dovuta alla mentalità, agli usi e ai rapporti con il potere, questa può essere identificata, a volte finisce sul giornale e può mandare a casa un Presidente della Banca d'Italia.
Poi c'è una responsabilità di cui non si parla più se non talvolta in campagna elettorale, la responsabilità politica.
La responsabilità di indirizzo e di coordinamento degli sforzi nazionali.
Tanto è vero che di quel che è accaduto negli ultimi venti anni nessuno parla più...
Neppure quelli che apparentemente trarrebbero giovamento dallo scoperchiare il vaso di Pandora.
I vecchi pescatori ripetevano il proverbio secondo cui il pesce comincia a puzzare dalla testa...
L'odore si sente da un pò ma il problema della nostra generazione è che non lo vogliamo sentire. Oppure ci hanno convinto che non si può più salvare la nave e mentre noi ci deprimiamo per la forza dei flutti che si abbattono sulla chiglia, loro (o chi per loro) ne approfittano per svuotare la stiva.

Psiconano
(sempre più nano)

Marcello Spirandelli ha detto...

Hai ragione: io sono per andare in piazza e cambiare tutto e tutti. Forse ci vado io ed altre 4 persone. Ci lamentiamo ma non abbiamo un'idea o un sogno da contrapporre. Finchè non si costruirà un'alternativa, un obiettivo, qualcosa per cui combattere, nessuno andrà a mettere in discussione i suoi piccoli privilegi. Quindi inventiamoci qualcosa oppure moriamo abbracciati al nostro plasma comprato col finanziamento o la mini a rate.