martedì 26 febbraio 2008

La quaresima di Alemanno


La via crucis di Gianni Alemanno comincia oggi. E meno male che Giovanni è amante delle salite! C'è chi sussurra che l'ex ministro dell'Agricoltura del governo Berlusconi non sia stato troppo felice di questa scelta obbligata. Come non capirlo? Le incoerenze di una simile candidatura peserebbero su chiunque, soprattutto dopo la disfatta subita la scorsa volta.
Roma non è più quella degli anni Settanta e le manifestazioni in ricordo dei martiri della Destra missina e neofascista sono sempre più distanti dal sentire comune. Prova ne sia che il fratello dei martiri di Primavalle era sul palco con Uolter ad abbracciare la madre di Valerio Verbano e non ad una fiaccolata per non dimenticare. La destra di Alemanno somiglia poco alla destra di Fini e ancor meno alla destra di Berlusconi. E' molto simile, invece, a quella di Storace, da cui, però la divide un litigio fatale tenutosi nell'ultimo anno di Governo quando i due erano rispettivamente alle Politiche Agricole e alla Salute.

Alemanno oltre a non interpretare il sentimento nuovo della città dovrebbe strapparla dall'abbraccio della sinistra che troppo profondamente ha saputo far leva sulle necessità dei romani. Che non sono solo riassunte nel celeberrimo "panem et circenses". Rutelli prima, col Giubileo (e col supporto delle gerarchie cattoliche) e Uolter dopo hanno regalato un sogno di grandezza per Roma. Nuove opere, eventi che -almeno in apparenza- la portano al centro del mondo. Se il Comune non disponesse dei fondi destinatigli dalla legge per Roma Capitale sarebbe al collasso, ma non importa. Ognuno fa con ciò che ha e che riesce ad avere. Al civis romanus non basta guardare all'Altare della Patria per farsi correre un brivido: servono epiche notti bianche, colossali Auditorium che perdono milioni all'anno, Feste del Cinema cui far accorrere a pagamento le star hollywoodiane.
Alemanno ha completamente mancato il bersaglio nella scorsa campagna elettorale, portandosi sul terreno di Uolter. Ha condotto in maniera fallimentare l'opposizione (tra le altre cose ha il primato per assenteismo in Consiglio Comunale), facendosi scavalcare, nella capacità di mobilitazione e d'iniziativa, dall'ottima Giorgia Meloni. Ha dimostrato in tutti i modi che non è disposto a scommettere esclusivamente sulla città e si è tenuto di scorta una candidatura in Parlamento e la promessa di un Ministero in caldo per lui. Adesso basta con le celtiche. Anche perchè è provato ormai che "O Roma, o morte" sono solo parole. Al massacro forse stavolta riusciremo a far seguire qualcosa di meglio. Io, ad esempio, punto su Giorgia Meloni.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

caro Aetius, Giorgia...
magari. Alemanno è il migliore da presentare di tutto il PdL, almeno per quanto riguarda AN.
credo che -giustamente- abbia avutole sue rassicurazioni per affrontare una sfida del genere.

e neanche si deve bruciare subito la Meloni.sarà una corsa durissima.
anche se non capisco ancora perchè il centrodestra non riesca a mettere giù qualcosa di nuovo sotto l'aspetto della costruzione politica.

un partito, un candidato, oggi, deve:
1- avere un proprio progetto politico e presentarlo al Paese/alla città
2- adeguarsi ai cambiamenti del Paese/città con un programma quindi più liquido.

in bocca al lupo, Gianni.
GB

Anonimo ha detto...

ps: sono passato anche a commentare gli altri 4 post:
"una promessa è una promessa..."

:-) :-) :-)
GB

Marcello Spirandelli ha detto...

Grazie per i tuoi commenti. Sono sempre un modo per apprendere cose nuove. Hai ragione, la Meloni non si deve bruciare. Ma perchè in Italia abbiamo l'idea velenosa: se a 30 anni fa il sindaco di Roma a 40 che deve fare? Vero. Ma nasce dalla concezione che si deve far politica a vita. Comunque Roma è un progetto che deve essere per forza di lungo periodo: serve una persona che prenda le redini dell'opposizione e parta da oggi per sperare di vincere tra 5 anni. Uno/a che si dedichi alla città 24 ore al giorno. Non Alemanno quindi. Alemanno è stato messo soltanto per cattiveria nei confronti di Storace. Se è questa la nostra strategia torniamo a governare nella capitale nel 3008.

Emanuel ha detto...

Francamente sono stanco di queste candidature calate dall'alto, senza una connessione con la base. Perchè non si incominciano a fare primarie per i candidati sindaci e governatori? Sarebbe tutto più trasparente e si eviterebbero discussioni infinite nei piani alti della politica sul fatto se proporre Ferrrara o Alemanno o la Melloni o Fini a Roma, oppure se candidare Lombardo o Micicchè o la Prestigiacomo in Sicilia.
Sulla Melloni, penso che sia troppo giovane e che Roma sia una città tosta. Ci vuole uno mooolto scafato per un incarico simile.
Ciao
Emanuel

Marcello Spirandelli ha detto...

A forza di pensare alle persone scafate dopo alla fine si scelgono scatafasci. Io non sono un giovanilista. Assolutamente. Mai fatto parte delle giovanili di partito. Io credo però che a volte, dov'è opportuno farlo, si possono scegliere persone capaci anche giovani per avviare un percorso lungo. Dare alla Meloni la responsabilità di costruire un'opposizione credibile in cinque anni la porterebbe ai 35 anni. Se poi riesce a farsi eleggere concluderebbe il mandato a 40. Davvero tanto inverosimile?
In ogni caso a me interessano poco gli "ismi". Tra cui anche l'americanismo. Non credo che servano le primarie per individuare i candidati. Basterebbe una democrazia interna ai partiti (con delle regole chiare ed universali) che portasse ad eleggere a cadenze regolari i vertici ad ogni livello territoriale. E' un metodo molto più partecipativo di far politica perchè con le primarie l'impgno dell'iscritto si conclude nel momento in cui sceglie il leader. Nell'altro no.