martedì 18 dicembre 2007

La fine delle riforme o De spiderpok adveniente

E' finita la battaglia. Nonostante tutte le velleità di cambiamento, chi si era convinto che fossimo giunti alla svolta epocale ha dovuto ricredersi. Oggi sappiamo che qualsiasi accordo sulla legge elettorale, a meno di blitz dell'ultima ora, sarà volto alla conservazione dell'esistente. Resta solo la possibilità del referendum (Corte Costituzionale permettendo). Ed è una speranza assai grama cui aggrapparsi. Vince Prodi, vincono i nanetti. Vince il "rispetto per le differenze", i dialoghi ad oltranza e spesso inconcludenti, quel concetto bacato di concertazione che significa da ragione a tutti attuando politiche inefficienti se non dannose. "Non è che il compromesso sia frutto di chissà quali aspetti negativi - è l'opinione del premier, Romano Prodi -, perchè l'ampiezza del dialogo non è un aspetto negativo." fatto è che si è capito che, a differenza di quanto disse Fini, il Governo non cadrà il giorno dopo l'approvazione della nuova legge elettorale, bensì il giorno prima. Attendiamo la prossima proposta di pastrocchium, quale che sia il nome del suo genitore. Un altro sistema misto con quote proporzionali di garanzia e un maggioritario di facciata. La canonizzazione della conservazione della carnevalesca piccineria italica. Se invece si giungerà al referendum di Guzzetta sarà una sconfitta per tutti: rimarranno le liste bloccate in cui si scatenerà il mercato delle vacche dato che a farne parte saranno tutti i candidati di una coalizione; si cercheranno di incamerare negli schieramenti cani e porci per formare coalizioni vincenti che, senza riforma dei regolamenti parlamentari, si separeranno il giorno dopo in Parlamento. Credo invece poco in Gentlemen's agreement tra Veltroni e Berlusconi che li porti a concorrere da soli: se il vincente avrebbe il 55% dei consensi, il perdente si troverebbe pur sempre piccolo tra i piccoli in Parlamento. E' vero che molti di questi sarebbero spazzati via, ma i partiti italiani hanno più volte dato prova di pervicacia. In fin dei conti possono pur sempre contare sulle realtà locali. Guzzetta e Segni difendono con passione la loro creatura. Si scoprirà ben presto che il figlio spurio del Porcellum è un mostro.


da http://static.blogo.it/happyblog/spiderporksimposon.jpg


2 commenti:

Anonimo ha detto...

...si poteva sperare qualcosa con Guzzetta, ma rimarremo sempre e solo il popolo della Gazzetta...

battute amare a parte, a gennaio, dopo la pronuncia della corte, qua in facoltà spero di beccare prof.Segni un momento di calma per poter organizzare qualcosa.

spero che ovvimente non rimanga tutto così com'è, che questo referendum sia una spinta per cambiare i regolamenti parlamentari, perchè si lavori a partiti nuovi (e non solo a nuovi partiti...) e perchè non si cerchino scuse nè per questo governo, che prima chiude i battenti e meglio è, nè per essere sicuri di contare sul generale Speciale o su qualche altra candidatura ad effetto.

Marcello Spirandelli ha detto...

concordo. Comunque Guzzetta a me non è che mi affascini tanto. Qualche volta ha scritto su Giurisprudenza Costituzionale. Se leggi la critica della ragion pura nell'edizione thailandese penso riusciresti a capire di più. Segni ha dato 2 scosse al sistema nei momenti in cui serviva. Onore al merito. Ma resto dell'idea che questo referendum sia pessimo. Ti prego, confrontalo con la legge Acerbo del 1924.... dimmi che è solo un'impressione.... non vedi nessuna somiglianza?