Sebbene la politica viva di momenti, di eventi e di notizie, non è detto che un giorno di silenzio sia scarsamente significativo. Ciò che più importa, infatti, in una politica fatta di leader, è l'umore del capo, la convinzione del capo, la strategia del capo, la determinazione del capo. I leader più intelligenti, a loro volta, cercano di saggiare il volere del popolo. C'è chi lo fa con i sondaggi, chi con la raccolta di firme, chi con i referendum, chi con elezioni. Al tempo stesso si può incidere o meno sulla volontà della cittadinanza, contribuendo a costituirla, come nel caso di Putin, o accettandola, come nel caso di Chavez.
Ciò che lascia più che mai perplessi è il crescente valore in Italia della vita e delle decisioni di un singolo rispetto all'esistenza di una collettività. La bimba che ha avuto ieri Gianfranco Fini (tanti auguri) è stata un tassello o una scusa nella separazione da Berlusconi. L'idea del Cavaliere di formare un nuovo partito non ha dovuto passare per alcuna forma di consultazione, se non per la prova delle firme. L'elezione di Veltroni nel Pd ha provocato cascate di nomine che hanno sconquassato e turbato non poco gli animi a sinistra.
I capi sono sempre esistiti. Tuttavia oggi i contropoteri politici sono più deboli. I contropoteri esterni (società, economia, morale) non hanno bisogno, invece, di gettarsi nella mischia: condizioneranno qualunque contendente si troveranno di fronte. Quest'evoluzione complessiva della politica ha tratti distintivi che richiederebbe uno studio attento utilizzando metodologie comparative: il populismo generalizzato (e non esclusivamente di Berlusconi), i colpi di coda degli ultimi peones, la scarsa democrazie interna dei partiti, la costituzione di oligarchie non più intra-partito ma inter-partito.
La devastazione di quel presidio finora indispensabile alla democrazia quale è stato il partito nasce da lontano ed ha svariate cause. Nel giorno in cui si dice che destra e sinistra non esistono più, potremmo indicare, tra le altre, la caduta delle ideologie. E' singolare, per esempio, che la gens berlusconiana abbia deciso di radunarsi sotto la definizione di "popolo" rinnegando il partito. E' uno degli ennesimi frutti avvelenati dell'antipolitica? Forse, ma è anche molto di più. Non basta un Cola Di Rienzo per ricostituire un Impero. E non è sufficiente un comico per distruggerlo.
Viviamo strani giorni. Il cambiamento è in atto ma le forze della conservazione si oppongono affinchè nulla avvenga. Parisi, Fini, Prodi sono oggi nello stesso schieramento anche se forse loro stessi neppure lo sanno. Chi vincerà la sfida ancora non è possibile saperlo. Giornate come quelle di ieri servono ad affilare le armi. A noi, a tutti noi, anche a quanti fra noi sono deputati, assessori regionali o membri delle direzioni nazionali, non resta altro da fare che stare a guardare e sperare almeno di poterci divertire.
martedì 4 dicembre 2007
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2 commenti:
good start
quello che stavo cercando, grazie
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