"S'ode a destra uno squillo di tromba" scriveva il Manzoni. Ed oggi, dopo un mese di piccati tromboni e striscianti sviolinate, si sente finalmente echeggiare un suono limpido, squillante e deciso. Se fossi un giornalista di grido direi che il Presidentissimo mi ha ascoltato. Dato che, però, non ho la presunzione di immaginare che Gianfranco Fini legga queste mie righe sparse, posso affermare quantomeno che, una volta tanto, qualcosa, per un misterioso procedimento osmotico o telepatico, dev'essere filtrato. E non si tratta del solito ruggito del coniglio: questa volta il Capo mi è piaciuto sul serio. Non per l'accanimento terapeutico nei confronti del maggioritario. Non per la riproposizione di tre modelli improponibili. Per la capacità di farsi leader, di definire una via, di agire in modo svincolato dallo spettro berlusconiano. Per aver identificato per la prima volta da anni una politica che vedesse Alleanza Nazionale protagonista. E chi ci ama ci segua. Resto convinto che inseguire un sistema maggioritario che ci costringa a restare separati in casa sia una pessima idea. Tuttavia, per rispolverare un lessico di larussiana memoria, ora le "palle di cemento" le possiamo pure rivendicare. Che le parole siano state quelle giuste lo si evince dalle dichiarazioni dei papaveri Fi/Ppl: "intervento distruttivo", "toni sopra le righe", "grave caduta di stile" sono musica per le mie orecchie, soprattutto tenuto conto che l'attacco finiano non era ad personam ma sul merito. La strada rimane ancora molta e le scosse di assestamento non saranno indolori. Dopo un sisma di queste dimensioni il paesaggio politico cambia, i ponti antichi sono crollati ma nuovi passi si sono aperti fra le montagne. Un primo segnale incoraggiante è stata la sfida a Veltroni. E non mi si dica che è un tradimento del "popolo del centrodestra": il vero tradimento è immaginare che il presunto popolo del centrodestra (dai tratti somatici labili soprattutto al centro) debba contrapporsi militarmente contro quello di centrosinistra. Se si archiviasse l'idea di questo bipolarismo nocivo forse si potrebbe cercare di scalzare il Cavaliere dalla primogenitura che si è ritagliato nella trattativa col Pd. Dall'altra parte del vallo c'è voglia di dialogo. O il sottoscritto non scriverebbe su un blog di sinistra. Dopo anni di Babele dobbiamo imparare a parlare un linguaggio che ci permetta di comunicare accantonando i risentimenti di una stagione politica che ormai appartiene alla preistoria. Prima che cominci a farlo Berlusconi.
lunedì 10 dicembre 2007
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2 commenti:
Sono agli antipodi dal tuo "credo" politico,ciò non toglie che ritengo G.Fini una persona intelligente oltre che carismatica e per un politico non guasta assolutamente questo binomio.Quello che ho particolarmente apprezzato è il suo prendere le distanze da colui che fa politica ma che non sa cosa sia la politica stessa(non serve nominarlo!).Finalmente ha aperto gli occhi!
Ti ringrazio per le tue gentili parole a proposito del mio blog,sei sempre il benvenuto...
buona giornata
Carmen
ninetta.ilcannocchiale.it
caro Aetius,
ottimo! sorridendo, mi vien da dire che forse su Gianfranco ho fatto bene a dargli la mia totale fiducia; e spero di averci visto bene come il Presidentissimo.
ma anche come te: eh sì...
anche per me, che musica quella che è uscita da Radio Radicale a metà mattinata di domenica...
:-) :-) :-) :-) :-)
a presto! GB
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