venerdì 25 gennaio 2008

Governo Istituzionale o elezioni? Ecco gli scenari

Se ieri la situazione era ingarbugliata e si giocava sulla decisione di uno sparuto gruppo di senatori, oggi l’avvenire dell’Italia è nelle mani, o meglio nella testa, del Presidente Napolitano. I fattori sono davanti agli occhi di tutti. L’unica cosa da fare è combinarli nel migliore dei modi.
Il centrodestra vuole andare compatto alle urne, con l’eccezione dell’Udc. Il fu centrosinistra, fatti salvi Italia dei Valori, Comunisti Italiani e Udeur, di elezioni non vuole sentir parlare. C’è da capirli: con questa legge elettorale, presentandosi in ordine sparso, i componenti della ex maggioranza verrebbero lapidati senza anche se non ci fosse la sproporzione di voti che già li condanna alla sconfitta. Tuttavia una riforma potrebbe far comodo anche a Berlusconi. Il Cavaliere già conosce il calvario di un Esecutivo con armi spuntate nei confronti del Parlamento. La possibilità di giocare in coppia con Veltroni è relegata al passato. La possibilità di arrivare al Vassallum o a qualcosa che ci assomigliasse è stata abbandonata nel momento in cui, tenendo per mano il leader del Pd, il Cavaliere si è reso conto che la sua controparte le aveva di burro. Il partito del sindaco di Roma è spaccato a metà e Prodi continua a tenere le fila di parecchie situazioni. Per non parlare dell’eminenza grigia che passa sotto il nome di Massimo D’Alema. Il quesito è dunque il seguente: se sono vere le premesse, come sarebbe possibile blandire Silvio Berlusconi che sembra l’unica conditio sine qua non per arrivare al Governo Istituzionale?
La risposta, come sempre, ha un nome e cognome: Gianni Letta. Con il suo ex sottosegretario alla Presidenza e braccio destro il leader di Forza Italia potrebbe controllare di fatto Governo, risultati e durata. Inoltre si accrediterebbe come “salvatore della Patria”. I problemi, però, sorgerebbero a quel punto dalla sua coalizione. La Lega non sarebbe mai disposta a sopportare un tale tradimento. E non è neppure il caso di tirare troppo la corda con Gianfranco Fini che non ha improvvisamente scordato Piazza San Babila. Detto chiaramente: Silvio potrebbe pensare a riformare la legge elettorale solo se la nuova gli consentisse di governare anche senza la sua coalizione. Tuttavia il problema a quel punto sarebbe col resto del centrosinistra e con la parte del Pd che ha impedito a Veltroni di far felice il Cavaliere già due mesi orsono.
E’ poi possibile pensare ad un Governo Udc-Rc-Pd più altri? Resterebbe una possibilità e potrebbe senza dubbio arrivare ad una rapida approvazione di una legge proporzionale. Questo consentirebbe all’Udc di correre da sola e quindi fregarsene di spiacere al resto del Centrodestra. Una tale legge, tuttavia, dovrebbe pur sempre passare dal Parlamento e, nel caso fossero troppi gli scontenti, ci si dovrebbe aspettare un ostruzionismo feroce. Inoltre si andrebbe a far benedire la “riforma condivisa”.
A questo punto gli scenari si restringono. Sebbene io creda profondamente nella necessità di una revisione radicale del modo di far politica e del sistema istituzionale, ritengo ci siano davvero pochi margini per le trattative. Si rischia di ritornare al riforme approvate a maggioranza che vengono cancellate dal Governo seguente. Questa situazione, come sempre, si risolve soltanto con la collaborazione e la buona volontà di tutti gli attori. E se è vero che il sistema è marcio, probabilmente non lo è ancora a sufficienza per scapparne nauseati.
Il centrodestra a mio parere dovrebbe puntare sì alle elezioni, ma con una profonda assunzione di responsabilità: le riforme non sono derogabili. Varie sono le forme per giungere a modificarle: Assemblea Costituente o Bicamerale. Se agisse di pari passo con il Governo successivo, uno di questi istituti potrebbe salvare il Paese. So quali sono le contestazioni: 1) due organi rappresentativi si delegittimano a vicenda 2) un Esecutivo che resta in carica dopo aver approvato una nuova legge elettorale viene indebolito dal mutamento degli equilibri delle sue componenti. Tuttavia l’altra strada che rimane è aspettare che la casa sia talmente tanto logorata da crollare su se stessa. Per fortuna tale scelta non spetta a me.
Tanti auguri di buon lavoro al Presidente Napolitano.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao ætius, complimenti x l'articolo, di cui condivido tutto (strano eh?).

Se avessi soldi da buttare scommetterei, come esito piú probabile, su elezioni subito e con l'attuale riforma elettorale: cosa che non auspico, ma che almeno come (unico) vantaggio quello di non far raggiungere ai porci maledetti il minimo per la pensione.

Saluti,
Davide

Marcello Spirandelli ha detto...

Credo davvero tu abbia ragione... le elezioni anticipate senza governi stituzionali sono il minore dei mali possibili: un Governo instabile per le riforme (che comunque date le posizioni in campo probabilmente non si farebbero) è qualcosa che in un momento di grande crisi internazionale non possiamo assolutamente permetterci.
Ciao
Aetius