Già. Tante storie per una visita del Papa alla Sapienza di Roma. E se fosse venuto il Dalai Lama? Probabilmente lo si sarebbe accolto senza eccessive discussioni. E se la Cina si fosse lamentata si sarebbe criticata l’ingerenza di una potenza che tende ad infischiarsene dei diritti umani e della tolleranza religiosa.
Sessantasette scienziati, invece, firmano una lettera aperta per non accogliere il Papa in un’università fondata da un Papa (Bonifacio VIII) 700 anni fa. Perché? La ragione ufficiale è che Ratzinger più di 15 anni fa si espresse contro Galilei. E poco importa se Giovanni Paolo II chiese addirittura scusa pubblicamente. Il punto è che il Papa si esprime contro la libertà di ricerca scientifica. Non sono professore di etica né di nulla che ci vada vicino. Eppure nessuno mi toglie dalla testa che neppure chi ha firmato la lettera aperta lo è. Si tratta di fisici per la gran parte. Tra cui (e questo a mio parere è davvero intollerabile) il direttore del Cnr, ex direttore del Cern.
Negli Stati Uniti si è consentito al presidente dell’Iran Ahmadinejad di parlare in un’università e di rispondere alle domande degli studenti. Benedetto XVI, però, è ben più subdolo e pericoloso.
Sulla laicità dello Stato si spendono anche troppe parole e, forse, sarebbe consigliabile suggerire agli scienziati di cominciare dall’Abc. Seguendo tre ordini di riflessioni. Il primo: la sola possibilità di fare qualcosa non ci da il diritto metterla in pratica; Fermi a proposito della bomba all’idrogeno si lasciò scappare un “che bell’esperimento sarebbe”. Il secondo: ciò che è lecito e non lecito fare non lo scelgono né il Papa né gli scienziati ma il diritto e quindi il Parlamento (e affini). Il terzo: la scelta valoriale di base viene compiuta dai cittadini il giorno delle elezioni, quando anche la voce del più autorevole o del più ricco individuo della Repubblica vale per uno.
Se qualcuno ritiene che lo Stato non sia laico, perciò, non se la dovrebbe prendere con il Papa, ma con i suoi rappresentanti. Anche perché appare ridicolo che si giudichi un pericolo per la purezza della scienza e per la salvezza dello Stato il fatto che il Sommo Pontefice parli davanti a 960 persone alla Sapienza quando, con gli stessi mezzi che la scienza ha creato, può raggiungerne milioni rimanendo serenamente dal Vaticano. Ma, si sa, nessun ideologo è peggiore di uno scienziato che smetta di adoperare la ragione.
Sessantasette scienziati, invece, firmano una lettera aperta per non accogliere il Papa in un’università fondata da un Papa (Bonifacio VIII) 700 anni fa. Perché? La ragione ufficiale è che Ratzinger più di 15 anni fa si espresse contro Galilei. E poco importa se Giovanni Paolo II chiese addirittura scusa pubblicamente. Il punto è che il Papa si esprime contro la libertà di ricerca scientifica. Non sono professore di etica né di nulla che ci vada vicino. Eppure nessuno mi toglie dalla testa che neppure chi ha firmato la lettera aperta lo è. Si tratta di fisici per la gran parte. Tra cui (e questo a mio parere è davvero intollerabile) il direttore del Cnr, ex direttore del Cern.
Negli Stati Uniti si è consentito al presidente dell’Iran Ahmadinejad di parlare in un’università e di rispondere alle domande degli studenti. Benedetto XVI, però, è ben più subdolo e pericoloso.
Sulla laicità dello Stato si spendono anche troppe parole e, forse, sarebbe consigliabile suggerire agli scienziati di cominciare dall’Abc. Seguendo tre ordini di riflessioni. Il primo: la sola possibilità di fare qualcosa non ci da il diritto metterla in pratica; Fermi a proposito della bomba all’idrogeno si lasciò scappare un “che bell’esperimento sarebbe”. Il secondo: ciò che è lecito e non lecito fare non lo scelgono né il Papa né gli scienziati ma il diritto e quindi il Parlamento (e affini). Il terzo: la scelta valoriale di base viene compiuta dai cittadini il giorno delle elezioni, quando anche la voce del più autorevole o del più ricco individuo della Repubblica vale per uno.
Se qualcuno ritiene che lo Stato non sia laico, perciò, non se la dovrebbe prendere con il Papa, ma con i suoi rappresentanti. Anche perché appare ridicolo che si giudichi un pericolo per la purezza della scienza e per la salvezza dello Stato il fatto che il Sommo Pontefice parli davanti a 960 persone alla Sapienza quando, con gli stessi mezzi che la scienza ha creato, può raggiungerne milioni rimanendo serenamente dal Vaticano. Ma, si sa, nessun ideologo è peggiore di uno scienziato che smetta di adoperare la ragione.
da http://www.gazzettadelsud.it/primapagina\upload\ratzinger.jpg
3 commenti:
Che dire, caro Aetius? L'appello è stato sottoscritto da 67 firmatari su oltre 4000 docenti, se non ricordo male. Nel frattempo, si vanno organizzando le proteste studentesche, che come spesso accade in queste occasioni si ingrossano con arrivi da altri Città o Regioni. Un caso nazionale, insomma. La sensazione è che una minoranza iperlaicista stia facendo tanto chiasso quando alla Sapienza, come ha ricordato il prof. Dallapiccola, sono stati persino i Raelliani (sì, proprio quelli che sostengono che l'umanità deriva da esperimenti alieni).
Ma oscurare la religione dal dibattito pubblico è forse laicità? La Chiesa non occupa il Parlamento puntando le pistole sulle tempie dei deputati, si rivolge alle coscienze di cattolici e uomini di buona volontà. Impedirle di parlare è da talebani.
Abito vicino a Pavia, in Aprile 2007 venne a farci visita Benedetto XVi e si fermò a far visita all'Università. Anche lì ci furono proteste dell'ultrasinistra e dei laicisiti, ma ricordo bene che i pass per l'udienza erano esauriti, gli studenti gli riservarono un'accoglienza calorosa e non ricordo nessuna lettera di protesta da parte di qualsivoglia docente. Come del resto non ricordo nessuna lettera di protesta quando parlò all'Università di Ratisbona, dove tenne addirittura quella splendida lectio magistralis. Le proteste per la verità arrivarono dopo, e non da parte dei docenti, come ben ricordiamo. Ma questa appunto è tutta un'altra storia.
Emanuel
E pure alla Sapienza i posti sono esauriti. Dalle agenzie risulta che sarebbero almeno il doppio i posti richiesti rispetto a quelli disponibili (960). Io ritengo, laicamente parlando, una vergogna che non si sia disposti a far parlare chi non è d'accordo col nostro punto di vista. Ricordiamo Voltaire: "non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinchè tu possa dirlo." Ora vorrei che qualcuno, poi, mi spiegasse la parola "incongrua" riferita alla visita del papa. Ma che significa? Da quando un intervento è congruo? La conclusione che ho tirato è la seguente: magari si può essere geni della fisica, ma ciò non significa che si sia delle grandi menti per ciò che concerne il resto.
quello che stavo cercando, grazie
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