mercoledì 23 gennaio 2008

Un requiem per Prodi

Ride bene chi ride ultimo, ma, dalle notizie che giungono numerose, il professore avrebbe ben poco da ridere. Azzardo, con un giorno di anticipo, il risultato di domani: 161-159. Le agenzie confermano che questa stima in realtà è una semplice operazione aritmetica.
Un dato di fatto innegabile: inutile dunque ragionare su ciò che accadrà domani. Sono maturi i tempi per parlare del dopo Prodi. Che accadrà? Nonostante il centrodestra si affretti ad invocare elezioni, le intenzioni dei leader sono ben diverse. Casini lo dice esplicitamente, ma anche a Berlusconi non dispiacerebbe una legislatura che si trascinasse fino ad ottobre, raggiungendo in un colpo solo il risultato di ottenere per i parlamentari la pensione e di consentire al nuovo parlamento entrante di esprimere nel 2013 il nuovo Presidente della Repubblica (indovinate chi sarebbe il candidato). Fini, invece, si rende conto giustamente che la situazione non può andare avanti così. Nelle migliori prospettive una vittoria bulgara della Cdl consentirebbe una risicata maggioranza al Senato.
La soluzione più ragionevole (speriamo che ragionevole significhi anche plausibile) è dunque quella di un Governo Istituzionale.
Nel momento in cui scrivo Prodi è al Quirinale e i piccoli dell'Unione si dicono disponibili ad un suo reincarico o ricandidatura. Un solo messaggio chiaro a tutto il centrosinistra: l'unica speranza per il Paese sono le riforme. E il centrodestra non permetterà mai che queste vengano approvate con Prodi a Palazzo Chigi.

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