giovedì 10 gennaio 2008

Fi-An: amore per forza

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù. Meglio. Basta la dichiarazione obbligatoria delle alleanze. E come d’incanto, gran parte degli ostacoli frapposti all’approvazione della legge elettorale, proporzionalmente parlando, sciolgono la neve (azzurra) al sole di una nuova primavera.
Sul palcoscenico di Roccaraso, nel tradizionale appuntamento di Fi, si sigla l’accordo sul negoziato preliminare alla pace. D’altra parte era naturale: dopo la defezione dell’Udc, assorbita nei plotoni messi in campo da Pd-Fi-Prc, An rischiava di vedersi isolata.
In fin dei conti era un po’ imbarazzante proseguire con un ostracismo incondizionato sul proporzionale: c’era anche An in Aula quando, nella scorsa legislatura, si votò il Porcellum. E non mi sembra che il vincolo di coalizione sia servito a cancellare il fatto evidentissimo che per tre simboli, nella Cdl, si candidassero altrettanti leader diversi. E’ in questo senso che mi chiedo: a che pro questa continua lotta per la difesa di un bipolarismo forzato?
Fini ragiona in modo tautologico: potremo mantenere l’alleanza con Forza Italia soltanto nel caso vi sia stabilito nella legge elettorale il vincolo di indicare preventivamente la coalizione. Come dire che, in una coppia, l’uomo sia fedele alla donna solo se esiste il vincolo del matrimonio. E poi pretendere che esista l’amore.

da http://www.tubalkain.it/foto/f_cat9_pro26_1.jpg

6 commenti:

Emanuel ha detto...

Come sostenevo già pochi giorni dopo piazza San Babila, piano piano gli ex alleati del Cav si riavvicinano e diventano meno ex. Ieri Casini ad un convegno di Forza Italia, oggi Fini. Bossi in realtà non si è mai allontanato più di tanto.
La verità è che senza di lui non vanno da nessuna parte: la convergenza di interessi è tra Veltroni e il Cav, sono loro che possono sistemare tutti con una legge elettorale ad hoc ed eventualmente accordarsi dopo le elezioni. An poi è nella situazione più precaria di tutti: se Silvio la lascia, l'ex Msi che fa si allea col Partito Democratico? Fini dovrà stare con Berlusconi in qualunque caso, con qualunque legge elettorale, volente o nolente. Prima torna all'ovile, meglio è per lui.
Se vuole passare dal mio blog, la ospiterò volentieri.
Buonaserata
Emanuel

Marcello Spirandelli ha detto...

Caro Emanuel,
io credo potremmo darci del tu dato che, in fin dei conti e a volte purtroppo, la forma di cortesia serve soltanto a sottolineare un distacco che, per la sede in cui ci troviamo e per una simpatia verso le tue idee, mi sembrerebbe soltanto retorico. Intanto ti ringrazio per la visita, che spero sia solo la prima. Io cercherò di fare altrettanto. Vedo che la tua vocazione è molto più internazionalista della mia. Sarà anche per le differenti esperienze. Nonostante questo riconosco che siamo molto molto vicini quanto ad ideologia. Io sono un conservatore, leggermente nazionalista, cattolico. Qualcosa di molto simile a te, anche se mi sembra tu enfatizzi molto l'aspetto religioso che -intendiamoci- anche per me è importantissimo, sebbene io non lo esprima particolamrente nella mia vita pubblica. Non credo alle menate sullo stato laico. Tuttavia prediligo l'apporccio etico su quello religioso. Io credo che un diritto naturale sia inscritto nell'uomo. Per questo motivo esiste la conoscenza del bene e del male... la famosa mela che abbiamo voluto assaporare. Tornando a noi... per quanto riguarda il commento (anche questo il primo) che hai voluto lasciare, credo proprio che tu abbia ragione. Tuttavia Fini dovrebbe essere più audace. Potrebbe, volendo, anche fare accordi col Pd. So per certo che ha avuto modo di prendere in esame pure questa idea. Che Berlusconi abbia siglato un patto con Veltroni è indubbio. Che questo patto sia indissolubile è un altro conto. Il punto è che Fini vorrebbe continuare ad aspirare ad essere il leader, erede designato di Berlusconi. Io continuo a credere che sia una stupidaggine. Dannosa per il Partito. Lo pensava pure Storace ed ha fatto una brutta fine. Ci sono tantissimi che lo pensano e, se Fini avrà incidenti seri nella sua strategia, probabilmente si riproporrà la maledizione dei 20 anni che colpisce i leader della destra. Ad essere sincero, comunque, per certi temi un incontro col Pd non mi dispiacerebe. Io non credo nel liberal liberismo. Io adoro l'intervento statale e odio il federalismo che, anche se nessuno lo dice, sta producendo in guasti gravissimi soprattutto in meridione. Io amo lo stato sociale efficiente e voglio politiche di semplificazione e equamente redistributive. Non so se pure su questo potremmo trovare un accordo. Certo non con Forza Italia

Old Whig ha detto...

Ciao. Io sono un ammiratore della tradizione politica anglosassone, con due grandi partiti, entrambi realmente democratici (e quindi entrambi sia antifascisti sia anticomunisti), che guardano in faccia tutta la Storia e sono in pace con essa: un partito conservatore liberale ed uno democratico liberale, che dibattono sui fatti e sulla realtà, non sulle nuvole e su contrasti ottocenteschi. Purtroppo in Italia siamo ancora bloccati da una miriade di partiti e partitini, tra cui c'è chi non si vergogna di chiamarsi comunista. Ovvio che la trasparenza sia lontana, che l'ideologia regni sovrana.
L'incapacità del Centrodestra di fondersi non dico in un solo partito conservatore liberle, ma almeno in una federazione mi ha molto deluso.
Se penso che siam qui a discutere sullo sbarramento al 4-5%, mentre negli USA, la più grande democrazia del mondo, è al 35%, mi viene da piangere. Siamo ridicoli.

Marcello Spirandelli ha detto...

Per certi versi sono d'accordo con te. Per altri però sono in disaccordo. Mi spiego subito. Gli Stati Uniti non sono l'italia, Il Regno Unito non è l'Italia. Neppure la Germania è l'Italia. Io rivendico una storia nostra. Rivendico i nostri successi e i nostri errori. Sono conscio dei pregi e non nego accanitamente i difetti. Ci sono tratti comuni che definiscono una Nazione. Se ti si rizzano i capelli di fronte a questo concetto olistico in effetti questo discorso non ha senso. Ma se ritieni che un popolo non sia soltanto un insieme di individui ma diventi una cosa sola nel momento in cui si crede e si vive un cammino in comune, ammetterai che Italia non è semplicemente un territorio su cui vigono determinate leggi imposte con la coercizione. Io mi chiedo: andrebbe bene un maggioritario per un popolo tanto rissoso e disunito come quello italiano? Potremmo ridurre tutto a due maxi aggregati? E soprattutto: davvero è questo l'indice di democrazia? Studiando Scienze politiche saprai che la democrazia è un concetto astratto e che maggioritario e proporzionale non definiscono affatto il grado in cui tale idea è messa in pratica. Rappresentanza e governabilità sono due istanze tra cui è necessario mediare. Io credo, nonostante la mia appartenenza politica, che un sistema con pochi partiti sarebbe la soluzione migliore e coerente: un partito per la cultura cattolica, uno per quella riformista, uno per quella radicale di sinistra, uno per quella conservatrice, uno per quella liberale e, al massimo, uno per quella autonomista. Sei partiti (al massimo, e non obbligatoriamente) sarebbero anche tollerabili e non si cancellerebbe nè l'istanza di identità e rappresentanza, nè quella di governabilità. Sui programmi, prima delle elezioni, si potrebbero costruire alleanze di programma e di contenuto. E con la sfiducia costruttiva si potrebbe tutelare il governo da ribaltoni. Basterebbe pochissimo. Solo la volontà.
Ti vedo molto filoamericano. Spero di avere altre tue opinioni... anche e soprattutto se non sei d'accordo.

Emanuel ha detto...

Caro Aetius
piacere di ospitare il tuo commento.
Sì, è vero, prediligo l'aspetto religioso, che mi sforzo di realizzare nella mia vita. L'uomo è un essere essenzialmente religioso, nel senso che ha il desiderio profondo di colmare la sete d'infinito del suo cuore. Sulle questioni etiche, però, ho un approccio profondamente laico, cioè non pretendo di imporre le mie convinzioni morali partendo da una base religiosa, bensì logico-deduttiva. Come dici tu, esiste una morale naturale, che per chi crede coincide con la morale cattolica, che ciascun uomo ospita nel proprio cuore. E difatti, capita che su numerosi temi (la vita, la famiglia,...) certi laici esprimano convinzioni vicine a quelle dei cattolici. La Fede cattolica può dare piuttosto una maggiore profondità a certe convinzioni, ma è soprattutto la vicenda di un Incontro con il Dio fatto uomo: non è semplicemnte un Magistero.
La Fede cristiana poi non è qualcosa che sta nell'Empireo, ma è profondamente calata nella Realtà, in virtù dell'Incarnazione del Verbo. In questa prospettiva, tutto è sacro, non esiste aspetto del reale che sia estraneo al senso religioso: la preghiera, la liturgia, ma anche la politica, lo sport, lo studio,...

Parliamo di Fini: può darsi che abbia avuto contatti con qualcuno del Partito Democratico, ma dubito che una simile alleanza sia realizzabile: si va da Gasparri a D'Alema, passando per la Binetti e Rutelli. Non vedo proprio cosa ci possa essere in comune. Discorso diverso per il Pdl, che (almeno in teoria) può tentare di trovare un minimo denominatore col Pd sulla base di un riformismo moderato vagamente liberale.
Per Fini, è d'obbligo cercare un modus vivendi con Berlusconi, se non vuole rimanere tagliato fuori. Anche l'ok sulla bozza Bianco modificata è un modo per limitare i danni, poichè dovrebbe rincorrere il Cav con qualunque legge elettorale. Io la penso così.

Grazie per il bello scambio di opinioni: la prima parte del commento mi ha ispirato un nuovo post.

A rileggerci
Emanuel

ps: ti inserico tra i link segnalati sul mio blog

Marcello Spirandelli ha detto...

Caro Emanuel, ti ringrazio per la tua gentilezza nell'avermi citato. Spero di poter essere ancora motivo di ispirazione, dato che anche questa è una sorta di contatto col divino. Tu dici di cercare di trasporre nella tua vita l'esperienza cristiana ma di ragionare razionalmente e laicamente sui temi etici. In fin dei conti è quello che provo a fare anch'io. Tuttavia in questi ultimi anni mi sono progressivamente distaccato dal fervore che avevo qualche tempo fa. Io mi occupo di politica e non sempre è semplice dare risposte cristiane in modo laico. Il pericolo è di ricercare spiegazioni ad hoc per far passare convinzioni personali. Il compito del cristiano non è semplice. Soprattutto in quest'epoca in cui sembra meno lecito esserlo. Come è emerso di recente (e se vuoi puoi dare un'occhiata al mio post di commento) pare si voglia privare pure di parlare a chi professa la nostra fede. Il papa viene contestato alla Sapienza, si rimprovera un'ingerenza della Chiesa nello Stato che solo chi non è fomentato da ideologie laiciste può vedere, in un'epoca di così profonda secolarizzazione. Ricordo che Giovanni Paolo II produsse un documento sull'impegno dei cattolici in politica. Dato che mi sembri molto addentro, non è che ce l'hai sotto mano e potresti consigliarmi un link per rintracciarlo?
Ti ringrazio... a presto
Aetius