Crisi d’identità
Oggi mi sento un po’ più solo. Sono di An da quando An esiste, se non con la tessera almeno “in spirito”. Da allora accanto al partito ci sono sempre stati gli alleati. Avrei rinunciato all’Udc, avrei rinunciato alla Lega, avrei sicuramente rinunciato a Rotondi o a tutti gli altri che si vanno a perdere nell’infinitamente piccolo. Non avrei mai rinunciato a Forza Italia. Il partito di plastica faceva una gran compagnia e allegria, col faccione bonario di Berlusconi a cui guardare. Intendiamoci, io non credo che da ieri sia cambiato granché, forse. La partita è ancora tutta da giocare, ma per la prima volta si è messo in discussione una gran fetta della storia recente. Dalla “seconda Repubblica” si sapeva che c’erano il centrodestra e il centrosinistra. Oggi ci svegliamo nell’incertezza del domani. Molti sembrano già sapere cosa succederà. Io credo che nessuno lo sappia. Sul momento non riuscivo a capire come Berlusconi, che già aveva dato vita ad un “partito” a sua immagine e somiglianza, potesse dar vita ad un’altra entità egualmente a sua immagine e somiglianza ma diversa dalla prima. Un non senso logico. Poi ho ricordato la Santissima Trinità. Tre persone uguali ma distinte: Forza Italia, il Partito del Popolo delle Libertà, i circoli della libertà (e/o del buongoverno). L’unico dato sembra essere quello della spallata alla Cdl. Ma non doveva essere al Governo? Sarà. Sette milioni se ne vanno. Sette? Dove? Sono domande a cui non si può dar risposta. Come tutti i misteri della fede. Io credo, però. Credo che ancora una volta si cambi tutto per non cambiar nulla. Ma almeno allo stadio potremo tornare a gridare : "Forza Italia"
lunedì 19 novembre 2007
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