Volete un manuale delle istruzioni per uscire da una crisi di Governo come questa? Semplice: copritevi le spalle con gli obblighi costituzionali e percorrete la via del Senato. Il risultato? Alla peggio le elezioni. Ma se…
Prima mossa: supponiamo che Napolitano incarichi un nuovo Presidente del Consiglio. Chiamatelo Franco o chiamatelo Giuliano poco importa. Supponiamo che sappiate, dati alla mano, che può contare su 3 voti di vantaggio al Senato e su una vasta maggioranza alla Camera. Perché 3 voti? Beh, con Dini che rientra nei ranghi per il “bene superiore” partendo dal fatidico 161-156 abbiamo un 158-159. Togliamo un Fisichella ed aggiungiamo un Andreotti: 157-160.
Seconda mossa: supponiamo che un partito che chiameremo, per fare un esempio, Udc si trovi allora di fronte ad un Governo incaricato di approvare una nuova legge elettorale con una maggioranza autonoma. Supponiamo che il leader di questo partito che ribattezzeremo, sempre per fare un esempio, con le iniziali P.C. non voglia stare fuori dei giochi. E dica: io non ho votato per il Governo, ma c’è. Che devo fare? Lo ignoro? O ci parlo? Ci parlo, dai.
Terza mossa: supponiamo che a quel punto tutte le forze politiche si trovino costrette a parlare di legge elettorale facendo passare qualche emendamento, dando qualche suggerimento per una nomina o due negli enti pubblici, ecc.
…ecco fatta una bella legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, definizione preventiva delle alleanze e voto di preferenza! Viva la nouvelle cuisine!
Prima mossa: supponiamo che Napolitano incarichi un nuovo Presidente del Consiglio. Chiamatelo Franco o chiamatelo Giuliano poco importa. Supponiamo che sappiate, dati alla mano, che può contare su 3 voti di vantaggio al Senato e su una vasta maggioranza alla Camera. Perché 3 voti? Beh, con Dini che rientra nei ranghi per il “bene superiore” partendo dal fatidico 161-156 abbiamo un 158-159. Togliamo un Fisichella ed aggiungiamo un Andreotti: 157-160.
Seconda mossa: supponiamo che un partito che chiameremo, per fare un esempio, Udc si trovi allora di fronte ad un Governo incaricato di approvare una nuova legge elettorale con una maggioranza autonoma. Supponiamo che il leader di questo partito che ribattezzeremo, sempre per fare un esempio, con le iniziali P.C. non voglia stare fuori dei giochi. E dica: io non ho votato per il Governo, ma c’è. Che devo fare? Lo ignoro? O ci parlo? Ci parlo, dai.
Terza mossa: supponiamo che a quel punto tutte le forze politiche si trovino costrette a parlare di legge elettorale facendo passare qualche emendamento, dando qualche suggerimento per una nomina o due negli enti pubblici, ecc.
…ecco fatta una bella legge elettorale proporzionale con soglia di sbarramento al 5%, definizione preventiva delle alleanze e voto di preferenza! Viva la nouvelle cuisine!
2 commenti:
Chissà perchè, caro Aetius, quest'ipotesi non mi pare neanche così pergrina. Se il Presidente della Repubblica ha deciso, come sembra di incaricare Franco Marini, è perchè il pallottoliere l'ha usato.
Alla fine potrebbe non essere così male, ammesso che alla fine non ci mettano mesi e ci infilino anche qualche riforma istituzionale. in questo caso la fortuna diventerebbe sciagura.
Emanuel
L'unica domanda è se ci sono i numeri al Senato... perchè da quello che vedo oggi i comunisti italiani sembrano davvero incaponirsi sul no
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