Problemi per i salari troppo bassi? Contratti collettivi paralizzati da ere geologiche? L'Italia può marcire sotto i più seri problemi, ma i soldi per gli impiegati statali si trovano sempre. L'ha ribadito il premier: "i soldi per gli statali ci sono". Grandine o neve, fame o carestia, monnezza o declino, 4 milioni di voti son sempre 4 milioni di voti. Tante sono le teste che compongono il mostro della Pubblica Amministrazione. Le cifra dell'ultra-centralista stato post-unitario fanno arrossire: poche migliaia i dipendenti dei vari dicasteri. Oggi invece nel trionfo delle delocalizzazioni e del federalismo i dipendenti son tanti, anzi troppi. E grazie al blocco delle assunzioni sempre più vecchi.
Cari statali, non mi aspetto che siate d'accordo con me. Prendete molte volte uno stipendio modesto (ma non sognatevi di definirlo da fame). E la colpa non è mai del singolo che "tiene famiglia". Ognuno di noi al vostro posto farebbe le vostre stesse rivendicazioni in barba agli altri lavoratori. Ma ammettetelo: siete dei privilegiati. Posto fisso che più fisso non si può (sempre per la maggior parte dei casi), forti percentuali di assenteisti e sfaticati, esubero di back-offices. Il male della burocrazia. Siete per la gran parte stati fortunati a nascere negli anni giusti, perchè dal '70 in poi gli organici crollano drammaticamente. Una classe media formata da padri che divorano i propri figli o aspirano a mantenerli a vita.
Non voglio però cadere nel populismo: fare qualcosa si può, pur conservando denari e privilegi. Se io fossi in voi ai vostri sindacati chiederei di comportarsi onestamente e di presentarsi davanti all'Aran (l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) con una proposta: che per i prossimi anni si leghino gli aumenti contrattuali a calo dell'assenteismo, soddisfazione dell’utente, livelli di efficienza degni di un Paese civile. Soltanto allora potrete sentirvi in diritto di pretendere ciò che ad un lavoratore privato, specie se giovane, viene sistematicamente negato.
Cari statali, non mi aspetto che siate d'accordo con me. Prendete molte volte uno stipendio modesto (ma non sognatevi di definirlo da fame). E la colpa non è mai del singolo che "tiene famiglia". Ognuno di noi al vostro posto farebbe le vostre stesse rivendicazioni in barba agli altri lavoratori. Ma ammettetelo: siete dei privilegiati. Posto fisso che più fisso non si può (sempre per la maggior parte dei casi), forti percentuali di assenteisti e sfaticati, esubero di back-offices. Il male della burocrazia. Siete per la gran parte stati fortunati a nascere negli anni giusti, perchè dal '70 in poi gli organici crollano drammaticamente. Una classe media formata da padri che divorano i propri figli o aspirano a mantenerli a vita.
Non voglio però cadere nel populismo: fare qualcosa si può, pur conservando denari e privilegi. Se io fossi in voi ai vostri sindacati chiederei di comportarsi onestamente e di presentarsi davanti all'Aran (l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) con una proposta: che per i prossimi anni si leghino gli aumenti contrattuali a calo dell'assenteismo, soddisfazione dell’utente, livelli di efficienza degni di un Paese civile. Soltanto allora potrete sentirvi in diritto di pretendere ciò che ad un lavoratore privato, specie se giovane, viene sistematicamente negato.
da http://testedicalcio.blogosfere.it/images/assenteismo.JPG
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