venerdì 30 novembre 2007

Questione di stile

Nel mio esordio in questo blog riconosco di esser stato cattivello con la destra. Non si tratta di un pegno pagato ad una presunta natura "sinistrorsa" di questo spazio, quanto dell'espressione di un malessere autentico. I valori e gli ideali non sono in discussione. Non trovo tuttavia un tabù scrivere e dialogare con persone di sinistra, ragionarci insieme e trovare dei punti di accordo. Quello che vorrei facesse pure Alleanza Nazionale. Come si suol dire, è questione di strategia politica. Leggendo il Secolo di oggi, però, mi sono sentito un po' meno solo nella colpa. A destra c'è qualche altro traditore che addirittura osanna Guccini. E non stiamo parlando del riconoscimento della genialità di alcune canzoni tipo "Quattro stracci", " L'isola non trovata" o "Autogrill", di scarso contenuto politico, ma addirittura dell'elogio di "Eskimo", in quanto esplicativa dell'atmosfera che si respirava nella generazione delle lotte studentesche. Ho avviato dunque una riflessione interiore e, con Gaber, mi sono messo in crisi: che cos'è la destra? cos'è la sinistra? Pensando pensando ho capito che il bagno non è più là dove lo si sarebbe cercato, ossia in fondo a destra. Nel percorso verso la verità anch'io ho avuto la mia folgorazione sulla via di Damasco: era bianca, era imponente e bloccava il cammino. Era lo sciopero dei taxi. Senza scendere nel merito della protesta, mi sono interessato delle modalità in cui si svolgeva la negoziazione. I tassisti -destra scioperante- si contrapponevano a Veltroni -sinistra autoritaria- bloccando l'intero centro storico di Roma. Ma come? Lo sciopero non è di sinistra? L'ordine e l'autorità non sono di destra? No, non più. E dopo l'era della concertazione si intendeva introdurre l'era della legalità: prima si torna a lavorare e poi si contratta. Ora non serve un genio per trovare il trait d'union. Con chi? Con la Francia di Sarkozy, naturalmente. Stessa metodologia, stesse conclusioni. Pochi giorni fa lo sciopero del settore pubblico veniva gestito nello stesso modo dal Presidente Francese, in un modo che si pone a metà strada tra la concertazione prodiana e la gestione thatcheriana delle proteste contro la poll tax. Se così Dio è morto e Marx è morto, potrei dire, parafrasando Allen, che neppure Veltroni si sente troppo bene. Non mi equivocate: fisicamente sta una favola. Tuttavia è indubitabile che la sua ideologia sta sterzando un po' a destra. Magari sbaglio. Sarà la posizione assunta sul Decreto sicurezza, sarà la leadership carismatica. O sarà che il bipolarismo ha segnato il suo tempo ed è giunto il momento di trovare nuove soluzioni. An è sulla buona strada, molto più che Berlusconi. E se il Secolo recava, oltre alla celebrazione di Guccini, il processo di canonizzazione di Goffredo Bettini, il beneficio del dubbio me lo potete pure dare

2 commenti:

youllneverwalkalone ha detto...

Che Veltroni sia mai stato di sinistra é oggetto di disputa, esiste un esilarante libretto edito da stampa alternativa in cui si ipotizza che il sindaco di Roma sia stato fino alla caduta di Berlino un agente segreto della CIA appositamente infiltrato nel PCI per distruggerlo da dentro :D. Si chiama"Il compagno Veltroni" - dossier sul piú abile agente della CIA, di Ilya Kuriakhin.
Ti saluto e complimenti per il blog che leggo assiduamente anche se son parco di commenti.

Marcello Spirandelli ha detto...

Comparuzzu beddu! Ti ringrazio per la lettura... è già sufficiente. Se poi vuoi pure commentare sei il benvenuto. Questa su Veltroni non la sapevo. Va bene che tutti, fino a qualche anno fa, erano agenti Cia, Kgb o Mossad, ma di Walter mi sfuggiva. In effetti sarebbe spettacolare: una diarchia di due filo-filo americani come Walter e Silvio. Una dittatura che l'italia ha sempre rimpianto e che forse ora riesce finalmente a meritare! ora che so che sei anche tu qui verrò a vederti. Nel frattempo propagandami. Sto anche ospite fisso sul blog di Peppino Caldarola, l'ex direttore de l'Unità. http://vaicolmambo.ilcannocchiale.it Forse pure io sono una spia del kgb