giovedì 29 novembre 2007

Masochismo e palle di velluto

Se la giornata politica a sinistra è stata intensissima, con le discussioni sul pacchetto welfare e la (s)fiducia al governo, la notte, invece che portare consiglio, ha regalato alla destra quell'apoteosi del masochismo che Von Sacher-Masoch, padre del genere, riuscì forse a sfiorare soltanto nelle sue opere migliori. Divertente. Boccaccesca. Raccapricciante.
I prodromi si si coglievano dalle agenzie nel pomeriggio: Berlusconi dopo la cena di Arcore reinventava il Pdl, Fini si beava di aver picchiato come un fabbro a Matrix, Casini si astraeva nella Visio Veltronis. Il trivio. Per fortuna il palinsesto prevedeva le dichiarazioni di voto alla Camera che hanno consentito al sottoscritto di assumere quell'efficacissimo prozac chiamato "mal comune mezzo gaudio". Si profilava poi ricca serata pantofolaia: Gad Lerner e Mentana. L'infedele inizia liscio come l'olio. Sembra un dialogo serioso nel merito. Cose trite e ritrite sui meccanismi elettorali e l'incomprensibile panegirico di An ad maiorem gloriam del referendum. Se anche Sartori sul Corriere consigliava ieri a Fini di lasciar perdere, qualche motivo ci sarà. Ma ancora non è nulla. La Russa comincia a beccarsi con Michaela Biancofiore di Fi. Si vede che non è serata per il capogruppo di An a Montecitorio. Perde le staffe e comincia a fare la lista dei senatori della sinistra che dovevano essere oggetto della transumanza berlusconiana. "Invece l'unico deputato che ha cambiato partito è stato la Santanchè". Passa qualche minuto. Quando alla battuta di Lerner "faccio il cattivo" Ignazio risponde con un lascivo "Sì... fai il cattivo" comincio a sentire i brividi lungo la schiena. Domanda sulla Santanchè: il Secolo denuncia la sua entrata nella società concessionaria di pubblicità per Libero. Ignazio sembra non accusare il colpo e dice di non averne saputo nulla, lanciando più di una frecciatina sul condizionamento che la deputata avrà sul giornale. Tutto tace finchè telefona la Santanchè. Il disastro: un litigio in cui La Russa viene accusato di avere le "palle di velluto" e di essere stato a conoscenza di ogni dettaglio. La Russa nega e rinfaccia di essere stato l'unico a sponsorizzare la portavoce de La Destra in An dato che tutti la ritenevano inaffidabile. Cominciano sottili allusioni sui legami non economici della deputata con Libero e si profila perfino l'ipotesi che la Garnero porti soldi perfino a l'Unità. La scena è gustosa, ma c'è Fini sul 5 e bisogna assistere. Interessante la prima parte: tiro a freccette contro il Cavaliere. Scaltra la seconda: un tentativo di riappropriarsi dei temi di destra. Peccato per la strategia del referendum. Ma una frase del Presidentissimo mi chiarisce finalmente ogni cosa: "Quando faccio una scelta che mi accorgo essere sbagliata, vado avanti ugualmente per quella strada perchè penso che la coerenza sia un valore". Così sì che si va lontano. E vado a letto sereno.

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